ICI: il Comune tra incudine e martello

In un comunicato stampa, il gruppo consigliare della Margherita risponde alla risposta che l’assessore Cappelleti ha loro dato sul tema dell’ICI, non si sa quanto correttamente esatta da alcuni cittadini. Dicono i due consiglieri, Giovanni Orsenigo e Luigi Tagliabue: – Apprendiamo dalla stampa che l’Amministrazione Comunale, attraverso l’assessore Cappelletti, ha preso atto delle problematiche connesse al pagamento dell’ICI, problematiche sollevate dalla nostra interrogazione in Consiglio Comunale e dai numerosi articoli di giornale apparsi in questi giorni. Apprezziamo, inoltre, la richiesta dell’assessore per “una franca collaborazione tra tutte le forze politiche, al fine di arrivare a soluzioni condivise, capaci di rappresentare sia il contribuente che l’ente” ed in quest’ottica di collaborazione suggeriamo il percorso che La Margherita – Democrazia è Libertà ritiene più corretto dal punto di vista istituzionale, di profondo rispetto dei cittadini e di valorizzazione del ruolo di “servizio” della pubblica amministrazione. Gli Amministratori comunali si trovano in questa fase tra l’incudine ed il martello. Infatti, se non incassassero l’I.C.I. potrebbero essere accusati di non aver adempiuto ai loro doveri istituzionali, parimenti, se la incassassero, potrebbero essere accusati per aver preteso imposte non dovute. La giurisprudenza sembrerebbe non aiutare poiché vi sono sentenze contraddittorie. A noi pare, però, che l’ultima sentenza della Corte di Cassazione (n. 21644 del 16/11/2004) abbia definito chiaramente il problema laddove dichiara che l’ICI, se richiesta senza l’approvazione dei piani attuativi, cambia la sua stessa natura trasformandosi, solo per questi casi, da imposta reddituale (quindi dovuta perché permette al possessore del terreno di usufruire del maggior reddito derivante dal passaggio del terreno da agricolo ad edificabile) a imposta patrimoniale (dovuta semplicemente perché si è possessori del terreno). L’ultima parola di effettivo chiarimento però non può che venire da chi questa legge ha prodotto. Per tale motivo il nostro gruppo consigliare propone che l’Amministrazione: chieda formalmente chiarimenti agli organi competenti nazionali (Parlamento e Ministero delle Finanze); in attesa di detti chiarimenti, sospenda le azioni di accertamento e le sanzioni nei confronti delle situazioni ricadenti nella casistica richiamata dalla Corte di Cassazione; restituisca ai contribuenti, ricadenti nella casistica richiamata, le imposte e le penali versate; dia ampia informazione e divulgazione sui criteri da applicare per pagare l’imposta dovuta.

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